Articoli e recensioni su Bagno Petrini

La Storia
Eugenio Petrini

.....Oggi parliamo della generazione dei Petrini, il cui capostipite è Eugenio Petrini, che nasce a Viareggio il 4 settembre 1842 da Giuseppe Petrini e Caterina Petrella. Una curiosità: sul documento di pensione di Eugenio si legge che Viareggio appartiene alla provincia di Livorno. Troviamo Eugenio arruolato come marinaio di terza classe nella prima divisione del Corpo Reale Equipaggi, matricola 17685, il 21 giugno1861. Partecipa alla guerra del 1866 contro gli austriaci e, il 20 luglio dello stesso anno, viene ferito alla testa durante la battaglia di Lissa mentre si trovava a bordo della nave da guerra Maria Pia. La ferita, gravissima, gli viene prodotta da una scheggia di proiettile e lo rende inabile al servizio (decreto del 15 agosto 1872). Gli viene concessa una pensione annua di 360 lire, quasi una lira al giorno. Il figlio Egidio Petrini non naviga ma rimase sul mare e costruisce il primo bagno a nord del Principe di Piemonte, all'epoca " Bagno Egidio Pe", l'attuale Bagno Petrini. Egidio muore nella guerra 15-18 durante un'azione nella zona di Udine (1 marzo 1917). Il figlio di Egidio, e quindi nipote di Eugenio, si chiama Antonio Petrini ed era il più vecchio bagnino della Versilia. Aveva infatti 92 anni e viveva al bagno e per il bagno. I figli di Antonio sono cinque: l'architetto Egidio, il mediatore d'affari Luigi e le sorelle Ines, Angela e Gabriella.

Egisto Passaglia.

Dalla rivista " Gente di Mare"/ curiosando nella storia viareggina
Antonio Petrini
1903-1996
Il primo stabilimento balneare che sorse a nord della via Marco Polo, allora più simile ad un " tratturo " che ad una strada cittadina, fu il bagno del viareggino Egidio Giovanni Petrini, detto il " Lungo." Il bagno, posto sull'anerile prospiciente la via Catalani, poco a nord dell'area dove poi sorsero il " Select " (oggi " Principe di Piemonte ") ed il bagno " Lido,"comprendeva quattro cabine ed un piccolo alloggio posto sul retro, in corrispondenza di un portico coperto realizzato fra i due gruppi di capanne.La costruzione del bagno si deve ad Egidio Petrini e all'amico " Barba."I due, che lavoravano presso la bottega di falegnameria di Ottavio Francesconi, nonno del simpatico Don Carlo, che si trovava in via della Foce, quasi all'angolo con la via Veneto, erano, oltre che valenti artigiani, anche grandi bevitori. Insieme lavorarono alla villa di Giacomo Puccini, a Chiatri, e si racconta che costarono al Maestro assai più di fiaschi di vino che di mano d'opera. L'amore per il lavoro e per il vino cementava la loro amicizia. Quando capitava, lavoravano anche la notte, spesso per costruire, in fretta e furia, una cassa da morto, e il giorno dopo, appena l'osteria di Trimpellino apriva i battenti, i due, quasi per esorcizzare la morte, investivano l'intero ricavato in una solenne bevuta. Forse fu proprio dopo una di queste copiose libagioni che fu realizzato il pannello che avrebbe dovuto riportare la scritta " Bagno Egidio Petrini." Fatto è, che nel cartellone, una volta terminato, si poteva leggere solo " Bagno Egidio Pe," ma al " Lungo " dovette piacere lo stesso se non fu corretto, come è documenteto nella foto- datata 31 luglio 1913- dove è visibile il modesto stabilimento balneare e, sullo sfondo, il vecchio ricovero del tram. Il carattere estroso ed estemporaneo del il " Lungo " è testimoniato anche da un altro episodio: agli inizi dell'estate del 1916, capitò al bagno un ambasciatore russo che chiese di affittare una cabina per tutta la stagione e, nonostante non ve ne fosse delle libere, senza pensarci due volte, il Petrini disse: " Venga pure domani!! ". Durante la notte, con l'amico " Barba " e con una barrocciata di legname, costruì una nuova capanna e così accontentò l'importante cliente. Alla fine della stessa stagione, davanti all'incasso complessivo di lire 600, il Petrini esclamò: " Questo bagno è meglio di una vigna in chianti!!". Ma quella fu per lui anche l'ultima "vendemmia." Partito, il 16 ottobre per il fronte, morì a Udine il 1 marzo 1917. Allora, la concessione balneare passò al figlio Antonio, che fino all'età di 93anni, diresse, da solo, la vecchia "baracca". Negli anni seguenti, il bagno, con l'aggiunta di altre cabine, assunse la forma di " ferro di cavallo ". Nel 1929, completamente rifatto, secondo l'attuale disposizione degli stabilimenti balneari, ebbe due bracci di cabine ortogonali alla linea di riva. Dieci anni dopo, con l'attuazione del piano regolatore degli arenili, tutta la configurazione dei bagni, a nord della via Marco Polo, subì notevoli cambiamenti. Gli stabilimenti ebbero un solo braccio di cabine, tutte costruite in legno, con un fronte di circa 24 metri. Nell'autunno del 1943, per fortificare l'arenile, in previsione di un ventilato sbarco alleato sulle nostre spiagge, un ordine del comando tedesco decretò la demolizione di tutti gli stabilimenti a nord della via Marco Polo. Ai propietari il compito dello smontaggio delle parti in legno, mentre per le case in muratura provvedevano i tedeschi con l'ausilio delle mine. L'ultima casa a " brillare " fu quella di Antonio Petrini, che saltò in aria il 19 marzo 1944, dopo che questi aveva cullato la speranza che i tedeschi l'avessero " dimenticata ". Nell'estate 1945, Antonio Petrini, con l'aiuto dei figli, bonificò dalle mine la sua parte di arenile, aprì un varco tra i reticolati per permettere l'accesso al mare, e con materiale di fortuna costruì 11 cabine. Il bagno " Egidio Pe ", così ricostruito, fu nuovamente il primo stabilimento balneare a nord della via Marco Polo.
IL Bagno " Egidio PE "
Bandiera Italiana
Bagno " Egidio PE " ( 1913 )